L’evolversi degli stili di vita, l’abbandono pressoché totale del nomadismo, la necessità di inserirsi nel tessuto sociale urbano, soprattutto da parte dei giovani, rischiano di far disperdere un patrimonio culturale dalle radici antichissime, o di renderlo preda della modernizzazione, stravolgendone l’identità.
Da tempo si assiste, nel mondo degli appassionati dello spettacolo, ad una tendenza (che si sta trasformando in moda) verso la musica e la cultura Rom, prevalentemente d’origine balcanica. A questo evidente entusiasmo non si accompagna però, da parte degli spettatori, un altrettanto evidente bisogno di conoscere da che cosa e da chi lo spettacolo trae le sue origini: molti “intenditori” si fermano alle musiche di Goran Bregovic o ai film di Emir Kusturica, e niente invece sanno delle vere radici della storia dei “gitani”, né delle loro attuali condizioni di vita nelle aree cittadine.
IL PROGETTO
Dall’incontro di un gruppo di Rom, appassionati di musica e teatro, nasce la voglia di mettere insieme questi interessi comuni, per dare vita a spettacoli teatrali, nei quali i protagonisti siano Rom e gagè insieme.
L’ideatore di questo progetto è Antun Blazevic, che attualmente collabora come mediatore culturale Rom con diverse associazioni. Lo affianca un gruppo di musicisti Rom e gagè e delle danzatrici.
Questi spettacoli teatrali vogliono essere l’occasione per vivere e proporre al pubblico la possibilità di collaborazione artistica e lavorativa tra Rom e gagè, raccontando le origini, la cultura e le tradizioni di questo popolo così presente nelle nostre città e così sconosciuto.
LO SPETTACOLO
Questo spettacolo si intitola “MANDRO DROM” (IL MIO VIAGGIO), narrato da un cantastorie che racconta il viaggio di un ragazzo Rom, che parte dall’India nel lontano passato e giunge in Italia nei tempi recenti.
Il viaggiatore parte dal suo paese di origine con la giovane moglie e, attraversando paesi sconosciuti, arriva in un paese del sud, dove il figlio più giovane incontra una ragazza del luogo e la sposa.
Il viaggio è pieno di incontri, di situazioni di vita quotidiana, alcune divertenti altre gioiose, ma anche di avventure dove il protagonista si scontra con la diffidenza, la paura dello straniero. Emerge il suo amore per la bellezza, il suo desiderio di pace, il suo orrore per la guerra, che non viene compreso ma invece scambiato per vigliaccheria.
Il cantastorie continua il suo racconto con le vicende del popolo Rom durante la seconda guerra mondiale, dove ancora una volta è stato solo una vittima dell’ignoranza e del razzismo.
La sua narrazione viene interrotta da vari brani musicali e danze (Flamenco, danza del ventre, danza Indiana e Tammurriata), che si inseriscono per mettere in risalto le situazioni descritte.
I COMPONENTI DI “THEATRE ROM”
Antun Blazevic (“Toni Zingaro”), autore del soggetto e dei testi, attore e regista
Federica Lobar, collaboratrice
Gruppo Gipsy Balcan e Gruppo FlorNegra, musica e danze
Alessandra Lissoni – Amministrazione e comunicazione
E' una cosa bella!!! Anch'io ho amici che fanno teatro sociale con i ROM, far crollare certi muri è molto importante, sempre tenendo conto delle diversità ma...ai fini della buona convivenza non della discriminazione!
RispondiEliminaSi, è molto importante, per la riuscita di un progetto, tenere conto delle diversità. Noi tendiamo ad omologare le persone, anche con le migliori intenzioni, senza tener conto della loro cultura e mentalità. Nella nostra civiltà del successo e dell'imprenditoria, non capiamo e non sappiamo valorizzare chi non vuole entrare in questi schemi, pur desiderando lavorare.
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